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Arte e matericità in mostra alla GAMeC di Bergamo. Fotogallery

Fino al 6 gennaio 2019 il museo ospita la prima mostra del ciclo espositivo triennale dal titolo  “Trilogia della materia”, ideato da Lorenzo Giusti. L’esposizione, attraverso una ricca selezione di opere  realizzate tra la fine dell’Ottocento e i giorni nostri, indaga appunto il concetto di materia nell’arte BERGAMO - Black Hole. Arte e matericità tra Informe e Invisibile è la prima mostra della “Trilogia della materia”, un  ciclo ideato da Lorenzo Giusti e sviluppato insieme a Sara Fumagalli, con la consulenza scientifica del fisico Diederik Sybolt Wiersma e la partecipazione di BergamoScienza. La mostra  rivolge lo sguardo al lavoro di quegli artisti che hanno indagato l’elemento materiale nella sua più intrinseca valenza, laddove il concetto stesso di “materiale” si infrange per aprirsi a un’idea più profonda di “materia” come elemento originario, come sostanza primordiale costituente il tutto. Attraverso una ricca selezione di opere, realizzate tra la fine dell’Ottocento e i giorni nostri, il percorso espositivo illustra, all’interno di un’unica visione integrata, questa preziosa dialettica, oscillante tra la materialità dell’Informe e la materialità dell’Invisibile, poli soltanto apparentemente antitetici e in realtà coesistenti e complementari. L’esposizione è articolata in tre sezioni: “Informe”, “Uomo-Materia” e “Invisibile”.  Nella prima sezione, viene indagata l’influenza di alcuni principi scientifici sugli artisti. Qui si collocano le ricerche di Jean Fautrier, con le sue concrezioni di colore stratificato, e di Lucio Fontana, con le sue Nature di materia incisa, la quale, penetrata e lacerata, animandosi si fa opera. Una linea di ricerca che prosegue con le superfici grumose intessute di fenditure e lacerazioni di Antoni Tàpies, la densità bituminosa delle Combustioni e dei Cretti di Alberto Burri, presente anche nei primi lavori di Piero Manzoni, e, decenni più tardi, i Big Clay “senza forma” di Urs Fischer, le statue “colanti” di Cameron Jamie, le eteree astrazioni screpolate di Ryan Sullivan. La seconda sezione mette a confronto le opere di autori di generazioni diverse contraddistinte da una forte componente materica e allo stesso tempo da una presenza, più o meno manifesta, dell’elemento antropomorfo. Per cui le  “sintesi plastiche” di Auguste Rodin e Medardo Rosso affiancano le figure “intrappolate” di Alberto Giacometti e le teste monolitiche dello scultore svizzero Hans Josephsohn. Presenti anche opere di Enrico Baj, Jean Dubuffet, Karel Appel e Asger Jorn, storici membri del gruppo Co.Br.A. A questi maestri della modernità sono affiancati lavori di artisti contemporanei, da William Tucker, con i suoi agglomerati di materia a metà tra la roccia e il corpo umano, a Florence Peake, con le sue sculture informali.  Nella terza ed ultima sezione sono presentate opere che guardano agli aspetti più nascosti della materia, invisibili ai nostri occhi, in dialogo con la dimensione atomistica e subatomica. I lavori presentati in questa sezione testimoniano la medesima urgenza di interrogarsi sulle implicazioni filosofiche, percettive e conoscitive delle rivoluzionarie scoperte scientifiche della nostra epoca. Sono esposte opere di Tancredi Parmeggiani, Enrico Baj, Sergio Dangelo, Joe Colombo.  La mostra è accompagnata da un un ricco calendario di eventi collaterali, tra cui alcune iniziative a cura della Fondazione Meru - Medolago Ruggeri per la ricerca biomedica.  {igallery id=9968|cid=1167|pid=1|type=category|children=0|addlinks=0|tags=|limit=0} Vademecum GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di BergamoVia San Tomaso, 5324121 Bergamo Tel. +39 035 270272gamec.it     ...

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